uno stato delle cose. come la terra. un prendere atto. una guerra.
Atto I
Scene: Il giardino, La serra, La fossa del cane
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Il giardino
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petali di carne del cuore
un esercito in giardino
nell’incanto del sonno ibernato
un piede di terra smuove un sasso
una benda grassa tiene un taglio
l’erba ammucchia letti
per le gambe recise
vuote di cammino
di casa
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mine metallo placche tonde
inganna sorte fanno fronte
casse di assi crollate
farfalle di luci
benzina solo per carri.
i fiori si fanno dormire
giorni su giorni
restino ciechi
in messa a dimora
la cripta difesa dei bulbi
.
l’ascia di guerra scava
è pietra fluitata di fiume
se ne fanno calchi
tanto per esser sicuri
se ne fanno copie
e di varia materia.
poi disabitati corpi
disfatti e risorti in paesaggi atroci
da radici ancora vive
irrompono appuntiti:
disintegrate razze
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è troppo caro il sangue:
rimbocca le pelli
termina gli occhi
per sempre alle insegne
(non parla e non piange
e non muove il calanco
rimette peccati
frana la costa
corrode il fianco)
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La serra
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L’assiolo scansiona la notte
(viene a morte il tempo)
circoscrive col suono
(emissione di un unico tono che in regola pulsa
e fa la materia)
la dimensione del suo orientamento
è lui che fa il tempo
indica stati: natura presente
a ridosso di casa
mai desistita
in spalanco di porte
.
la casa cresce figli minori
perché muti
pieni di foglie di spine
e polline ovunque
sempre accuditi
esigenti la luce
con l’acqua che viene dal pozzo
interno cuore (un rinnovabile pasto)
quando è assediato si asciuga
intermittente pulsa
dentro il torace di un cane
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La fossa del cane
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il cane si scava la fossa
(la tomba di un vivo d’inverno)
batte più lento il respiro sui denti
nasconde il fiato
confabula coi vermi
perennemente in scasso
(silenzioso teorema)
(perfetto nell’ecosistema)
.
e in alto le ossa sui rami
forche sgravate di carne e giudizi
vuote le corde
mute le ossa
archi di calcio a riposo
a sbiancare
a vegliare la fossa del cane
la steppa di pelo che sverna i suoi arti
organi interni mucose paure
.
vizio incalcolato la paura
se non si è cane
se davanti ai gialli
di tristi ambulatori
sono abbandonati stati
intestini coscienze.
il cane sta in buca
fuori decàde il cielo
humus sopra fa crepe
e farmaco in gocce sui covi
.
è un pianto a due dimensioni
è fame
si allunga la bocca e le mani
spiluccano il cane e a strappi
anche i bulbi più sotto
sotto la buca in sintesi estrema
si dice attentato si mangiano i vivi
[…]
Mariangela Guatteri
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MARIANGELA GUATTERI è performer e artista multimediale, ha pubblicato le raccolte poetiche Carbon Copy [Cc] (Il Foglio, 2005) ed EN (d’if, 2009) ed è presente in diverse antologie edite da LietoColle, Giulio Perrone, d’if. Da diversi anni realizza video-poesie e progetti performativi per suono e parola poetica collaborando con musicisti e VJ. Il poemetto Quinta di cave e risorti, è stato finalista del Premio Sandro Penna (ediz. 2009), e la rivista telematica La GRU ne ha pubblicato alcuni versi nell’antologia Calpestare l’oblio.