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A chi rimbomba il tamburo
del teschio
tra rovinii di parole
– quale di esse può
risorgere
per afferrare un sorso di
respiro
per dondolarsi nella cuna
della bocca
per ferrigna recarsi
nell’arengo della parola? –
colui sfida di colpo
l’incendio,
Dolore della luce
che lo costringe al verso
oscuro –
crisi di astenia
della lingua, lo dicono.
Tardo giardino
Tardo giardino
– i bambini corrono in
tenera possessione
dietro le farfalle, nei fiori.
In agile pugno già tengono
il segreto
– lo rendono sorpreso
all’aria
– hanno le mani alate
multicolori.
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Christine Koschel
traduzione Cristina Campo
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Christine Koschel è nata nel 1936 a Breslavia in Slesia. Fuggita con la madre nel 1944 dalla Slesia, vive un’infanzia profondamente segnata dalla guerra. Flno alla metà degli anni Cinquanta vive per qualche tempo in Inghilterra; tra il 1955 e il 1964 a Monaco di Baviera lavora come assistente alla regia in teatro, cinema e televisione. Nel 1965 lascia la Germania e si stabilisce a Roma, dove allaccia uno stretto legame di amicizia e collaborazione con Cristina Campo, che mirabilmente traduce parte della sua opera in italiano. Fra le sue raccolte poetiche Den Windschädel tragen (1961), Phahlfuga (1966), Das Ende der TaubeEin mikroskopisch feiner Riss (2001). Curatrice delle opere di Ingeborg Bachmann, ha ricevuto il “Premio Cultura della Bassa Sassonia” nel 1993. Fu anche uno dei partecipanti al Festival internazionale di poesia 1995 a Gerusalemme. Vive a Roma dal 1965.