Pierre Guyotat – COMA

Il giorno in cui mi spiegano la gravitazione universale, la Terra che gira intorno al Sole, capisco, più rapidamente di quanto non capisca come leggere l’ora sul quadrante dell’orologio, capisco che altri – umani, animali – vegliano, mentre dormo, dall’altra parte della Terra. Questo significa che tutta un’umanità veglia su quell’altra umanità che dorme, e quella che dorme sogna di quella che non dorme.
Il pensiero della Storia vi giunge allora, bambino, il pensiero del domani, della condivisione, attraverso la notte, di ieri e domani: la notte è ruminazione di futuro.
La Storia, la vedo allora, repressa, grandi figure, trattati, celebrazioni, comunioni popolari, battaglie,nel cielo azzurro, il firmamento: i morti celebri, grandi pensieri, al loro posto là in cima:il cielo stormisce di questi atti e, la notte, le stelle sono segnali di ognuno, di ciascuno, di ciascuna. Il Tempo è là in alto.
Più risalgo attraverso il Tempo e più mi sento fuori dalla portata del mio “io”. Ma, per immaginare e mettere al suo posto questo mondo lontano, serve l’aiuto di un “io”, di una potenza decuplicata: per essere Romano, Greco, Persiano,Egiziano, carpentiere della nave delle Cicladi, schiavo dello scultore di Corinto, bisogna cavare dal proprio “io” un “io” lontano, farlo vivere al suo fianco, giorno dopo giorno.
Immaginare, rendere tutto nel testo, grazie alla materialità del gesto, delle secrezioni, il pensiero di una figura passata, non soltanto i suoi sentimenti ma la sua anima, secondo le conoscenze, e le circostanze storiche del suo tempo, ciò che posso immaginare che essa possa conoscere, e vivere.

 

 Pierre Guyotat, Coma, Medusa, 2009 pag.39
traduzione  di M. Dotti e V. Parlato

 

 

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