La beauté des fleurs qui fanent; le pétales se tordent comme sous l’action du feu: c’est bien cela d’ailleurs:
une déshydratation. Se tordent pour laisser apercevoir les graines à qui ils décident se donner leur chance, le champ libre.
C’est alors que la nature se présente face à la fleur, la force à s’ouvrir, à s’écarter : elle se crispe, se tord, elle recule, et laisse triompher la graine qui sort d’elle qui l’avait préparée.
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Les temps des végétaux se résout à leur espace, à l’espace qu’ils occupent peu à peu, remplissant un canevas sans doute à jamais déterminé : Lorsque c’est fini, alors la lassitude les prend, et c’est le drame d’une certaine saison.
Comme le développement de cristaux : une volonté de formation, et une impossibilité de se former autrement que d’une manière
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La bellezza dei fiori che appassiscono: i petali si torcono come sotto l’effetto del fuoco: del resto è di questo che si tratta: di una disidratazione. Si torcono per lasciar intravedere i semi ai quali decidono di dare una chance, il campo libero.
È allora che la natura si presenta davanti al fiore, lo costringe ad aprirsi, ad allargarsi; questo si raggrinza, si torce, indietreggia, e lascia trionfare il seme che esce da sé stesso, che lo aveva preparato.
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Il tempo dei vegetali si risolve nel loro spazio, nello spazio che essi occupano a poco a poco, riempiendo un canovaccio probabilmente da sempre determinato. Quando è finito, allora la stanchezza riprende, e ha luogo il dramma di una certa stagione.
Come lo sviluppo dei cristalli: una volontà di formazione, e un’impossibilità a formarsi se non in una sola maniera.
F. Ponge, Il partito preso delle cose, Einaudi, 1979
traduzione Jacqueline Risset
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