
matto, matto, matto
mi tira, il cuore, a strappo
rotto, guarda, sotto
la pelle, il cuore, un botto
forte, proprio, forte
s’eietta, il cuore , e parte
sbatte, e gira, batte
l’idea, che il derma stacca
che quindi sbanda
se il cuore spacca
che lenta spacca
( il contatto)
si stacca:
***
Bang-bang
sparami se resto il tuo bersaglio
Bang-bang
se ti colpisco, poi, non è per sbaglio
Bang-bang
lago del sangue che mi fa ristagno
Bang-bang
scoppio così su te, senza saper perché,
guarda, sbiancando
***
C’è un motivo che mi sbatte nella testa,
e non se ne va
è qualcosa che attacca
tipo la lacca, e rimane là
tutto un senso di noia
dentro la gola – è la felicità,
questa qua? oppure è il malessere
che mi succhia dal plesso,
cioè andando giusto dalla testa, quando
finita è la festa, la festa
che tutti se ne vanno tutto fuma
nella mente, con la rabbia
che stagna sulle cose: e resta
a recidere l’aria
lo strazio funerario
che trivella il mio cranio
in tempesta, scompare
ogni traccia
del senso, la musica
sfuma, se pesta, da ossessa, il pensiero
il pensiero,
è in bonaccia
***
forse un bel giorno basta, andare via
trovarsi in faccia il tutto come un nien_
te; e poi tuffarsi e non riemergere _
o sci-
volare ,via, la mente dalla ria
resistenza del Corpo, che ci tiene
( del tempo, che ci perde)
forse un bel giorno uscirsene dal giorno,
via
dall’arpa canora che sul vento ci sfiora
( sulle ali del vento, spezzate dal vento,
in questo momento) adesso che sento
l’inanità del tempo, che implora
d’abbarbicarsi limaccioso all’ente
– e non
saper tenersi neanche un poco
quando la muffa scappa dalle unghie
che lievita le unghie dalla rumba
mi lievita,dunque, dall’unghie spuntandosi
m’allevia – io sciolgo l’arsura sonora,
per dire
ciao, mentre scivolo
ciao, mentre scivolo,
ciao
26 gennaio 1997
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